Al grande pubblico Elvis è conosciuto per aver cambiato il volto della musica negli anni cinquanta, dirompendo con forza nel panorama musicale, per il suo incredibile effetto scenico, e per tante altre sfaccettature che abbiamo provato a sviscerare in vari articoli precedenti.
Vorrei in questo mio contributo natalizio soffermarmi su un tema invece più conosciuto dagli appassionati “hard” ma che di sicuro viene apprezzato anche da coloro che potremmo definire come “ascoltatori occasionali”. Mi riferisco ad Elvis in studio di registrazione, al suo modo di concepire il “lavoro” in studio, al suo essere unico anche in quello che lui considerava, come appena detto, un vero e proprio lavoro. Oltre a questo aspetto, ci soffermeremo invece sui dialoghi in studio di Elvis coi suoi musicisti e collaboratori, alcuni di essi molto divertenti e triviali, riuscendo cosi’ a scoprire un aspetto “Intimo” del “man at work”.
Partendo da questo ultimo concetto, partiamo col presupposto che Elvis era un professionista assoluto e meticoloso, al limite della maniacalità in alcune circostanze. Per meglio comprendere ciò, prendiamo a spunto alcuni stralci tratti da dialoghi estrapolati da sedute di registrazione degli anni settanta.
Ecco il primo esempio, legato al Natale ormai alle porte
_”Merry Christmas Baby” (take 1, 1971) “Let’s settle the Rythm first”… (fissiamo il ritmo prima)… Elvis è concentrato su questo brano natalizio un po’ particolare, atipico, e chiede ai suoi musicisti il tempo giusto. Dopo questo, per poi lasciarsi andare ad una delle sue piu’riuscite interpretazioni natalizie, spronando la band in piu occasioni “wake up” , e “Dig In” James, “Dig In”, riferito a James Burton, che può essere tradotto in vari modi, quello forse piu adatto è “vai giu duro James, dacci dentro”…
E’ cosa risaputa che Elvis non amasse sovraincidere, ma aggiungere delle altre take per effettuare una registrazione unica. Spesso, nelle prime take, Elvis era solito “conoscere” il brano, approcciandosi ad esso, come nel caso di
“How The Web Was Woven” (take 1) .. mentre I musicisti provano il brano, si sente Elvis dire “ I like the sound of the open string, guitar only intro” (trad” mi piace l’attacco iniziale, l’intro solo con la chitarra”) . E si inizia, non a caso, con un intro di chitarra come piace a lui, la prima take di questo pezzo dolcissimo in cui la voce di Elvis è al meglio.
In qualche altro caso, Elvis, forse per la pigrizia endemica verso le session in studio negli ultimi anni, pensò bene che una sola take fosse più che sufficiente per concludere il pezzo, come nel caso di
_”I can Help” (take 1, album Elvis Today, 1975) Ascoltando la registrazione, prima che Elvis scherzi un po’ e dopo vari attacchi non riusciti, si sente chiaramente Elvis dire “ I am tired of it, Billy Swan my ass”. Tradotto per chi ha meno familiarità con la lingua inglese, “mi sono stancato, Billy Swan il mio posteriore (in realtà il termine è un altro, cosi come la traduzione non letterale ma semantica…)”. Elvis amava sempre tenere un clima per quanto possibile d’ilarità in studio, consapevole che il suo era un lavoro ma non rinunciando al suo sense of humour che era parte integrante del suo carattere.
I dialoghi in studio sono veramente un tesoro importante per coloro che vogliono andare al di là dell’Elvis cantante, ma essere testimoni anche di qualcosa che ovviamente era puro privilegio di chi gli stava intorno. Fra le tante registrazioni esistenti, di cui in questo contributo ho pubblicato solo qualche esempio (e sono pochissimi rispetto all’incredibile mole di takes con dentro dialoghi, risate, parolacce e quant’altro) mi piace ricordare una del 1973, agli Stax Studios, il pezzo in questione è
”Good Time Charlie’s Got The Blues”, la take è la 7. Elvis inizia la settima take di questo bellissimo pezzo di Danny O’Keefe, e ad un certo punto sbaglia le parole…in studio, presente, ovviamente, il suo fido Charlie Hodge, ed ecco Elvis iniziare a scherzare con frasi del tipo “Good Time Charlie lost his mind”. ..
In un po’ tutta la session per questo brano Charlie è simpaticamente preso di mira da Elvis, già durante l’esecuzione della prima take, ancora incerta, si sente Elvis scherzare e dire che si è sbagliato perché pensava fosse all’inizio, e che Charlie (Hodge) lo distraeva (“I was looking at Charlie!!“) Get out Charlie, good time Charlie is getting his ass kick”! (trad. “Stavo guardando Charlie, e credevo fosse la fine e non l’inizio del brano!! Esci Charlie, Charlie se ne sta andando fuori….)
Potremmo andare avanti per ore. Quello che conta però è il messaggio che va al di là della bravura del cantante. Se mi è permessa una considerazione personale, amo ascoltare queste registrazioni al buio, immedesimarmi un po’ nel contesto, immaginare un po’ l’Elvis “uomo” al lavoro, ridere, scherzare, arrabbiarsi per poi lasciare campo alla sua voce meravigliosa. Nello stesso tempo chi scrive si lascia trasportare dalla sua voce.
Forse, questo, è il modo più bello che Elvis ci ha lasciato per ricordarlo e per augurare a tutti noi un Sereno Natale ed un felice 2012. Per questo augurio, nel mio piccolo, mi unisco, per tutti voi.