6 Febbraio

INTERVISTA A CYNTHIA PEPPER (KISSIN’ COUSINS)

Elvis Friends

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Ecco un’intervista molto interessante a Cynthia Pepper, che ha interpretato il ruolo di PFC (Private first class, grado militare per arruolati junior) nel personaggio di Midge Riley, nel film “Kissin’ Cousins”, una stenografa dell’esercito che ha il compito di accompagnare un tenente (interpretato da Elvis) sulle colline del Tennessee orientale per negoziare la vendita di un terreno per costruirci una base missilistica. Incontrano, però, dei proprietari terrieri piuttosto arrabbiati: tra questi il cugino del tenente (interpretato sempre da Elvis).

D: Cynthia puoi raccontarci qualcosa della tua carriera? Arrivi da una famiglia legata al mondo dello spettacolo?
Cynthia: Esattamente. Mia mamma era una showgirl delle Ziegfeld Follies. E mio padre era un cantante, sposò Ginger Rogers quando aveva 20 anni e lei ne aveva 17. Avevo due lettere da parte di Ginger a mia zia di Milwaukee che dicevano che saremmo andati a Hollywood ed è stata una relazione come quella del film “È nata una stella”. Erano sposati da circa tre o quattro anni, poi lei è diventata famosa, mentre la celebrità di mio padre è andata in declino. L’ho incontrata qualche anno fa alla 20th Century Fox. Intendo parecchi anni fa e sono andata da lei e ho detto: “Signora Rogers”, e lei rispose: “Sì”, e io dissi: “Il mio nome è Cynthia Pepper. Credo che lei conosca mio padre”, una cosa sciocca da dire, ma ero nervosa perché, naturalmente, conosceva mio padre. Era sposata con lui. E lei mi abbracciò e disse: “Come sta il caro ragazzo?” E le ho risposto: “Sta bene”. E quella è stata l’unica volta in cui l’ho incontrata, ma sono rimasti amici dopo il divorzio.
D: Cosa ti ha interessato nella realizzazione del film?
Cynthia: Beh, in realtà era nel mio sangue. Intendo letteralmente: quando vivevamo a New York dormivo in un cassetto, come Judy Garland in un baule nel film “È nata una stella”. Quando tornammo a Los Angeles, volevo studiare recitazione, danza e così via e andai all’Hollywood High School con altre star, intendo dire che sono diventate delle star e lì sono cresciute. L’unica cosa che abbia mai conosciuto è il mondo dello spettacolo.
D: Chi erano i tuoi compagni di classe all’Hollywood High?
Cynthia: Stefanie Powers, Linda Evans. Mike Farrell aveva un paio di anni più di me. Siamo andati a scuola con David e Ricky Nelson, ma siamo stati in qualche modo lontani. È stato un periodo meraviglioso quello. Erano anni felici, sai, quelli di fine anni ’50.
D: Qual è stato il tuo primo film?
Cynthia: Dopo aver preso il diploma, ho preso parte a “My Three Sons” per un anno e poi da questo progetto ho fatto le audizioni per la serie televisiva “Margie”, che raccontava di una ragazza nei ruggenti anni venti della 20th Century Fox. E questa è stata un’esperienza meravigliosa perché amo gli anni ’20. Non sono proprio una donna moderna. Mi piacciono gli anni ’20 e quel genere di cose e lì ci sono rimasta per un anno e mezzo, alla ABC.
D: Raccontaci come sei entrata a conoscenza di “Kissin’ Cousins” e come sei stata coinvolta in questo progetto.
Cynthia: Ero in un periodo di pausa, normale per chi lavora nel mondo dello spettacolo. Stavo facendo shopping ed ero un po’ depressa e ho pensato: “Oh, sai, non lavorerò mai più”. Sai, gli attori lo pensano sempre. Riuscirò mai a lavorare di nuovo? E pregavo: “Se vuoi che io rimanga nel mondo dello spettacolo, Signore dammi un segno”. L’ho fatto realmente. Tornai a casa e la signora che mi aiutava nelle pulizie una volta alla settimana disse che aveva chiamato il mio agente un minuto prima che entrassi. Lo contattai e mi disse: “Se puoi uscire e arrivare in mezz’ora, avrai una parte con Elvis”. Quando ero al liceo andavamo a Sunset Boulevard, al Music City e ascoltavo “Heartbreak Hotel”, senza pensare che qualche anno dopo avrei lavorato con lui e pagata per farlo. Questo è ciò che è successo. Voglio dire, è stato un viaggio meraviglioso perché ho incontrato persone meravigliose grazie ad Elvis. Ha cambiato la vita a molte persone.

D: Parlaci del tuo primo giorno sul set di “Kissin’ Cousins”. Cosa è successo?
Cynthia: Beh, ricordo che mentre andavo nel mio camerino lo incontrai ed era molto, molto alto e con gli occhi azzurri e io essendo bassa sembrava stessi in una buca. Lui mi aveva solo guardato. Era molto dolce. Andai nel mio camerino e trovai delle rose con un biglietto che diceva: “A Cynthia con amore da EP”. Essendo molto, molto ingenua, pensavo che avesse una cotta per me, non sapendo che era molto gentile con tutte le principali donne con cui aveva a che fare e questo è quello che fece. Io ero molto più simile a una sorella per lui, una sorellina. È così che mi trattò e questo era meraviglioso per me.
D: Com’è stato lavorare con Elvis nel film?
Cynthia: Oh, era meraviglioso. Penso che chiunque abbia lavorato con lui non abbia altro che belle cose da dire. So che un paio di persone nel cast, amici di mio padre, avrebbero scherzato con me e forse avrebbero detto alcune cose cattive e ricordo che un paio di volte Elvis disse: “Non davanti alla signora”, e pensavo di aver dato l’impressione di essere ingenua e innocente. Ciò mi piacque molto. Mi piacque davvero il suo essere gentiluomo: mi offrì il suo posto lo stesso numero di volte a cui l’avrebbe ceduto a qualsiasi altra donna, come solo un vero gentiluomo farebbe. Mi insegnò il karate perché nel film dovevo scaraventarlo alle mie spalle. Ci volle un po’ per insegnarmelo e mi sembrava semplicemente un sogno che si avverava.
D: Quando avevi l’occasione di parlare con Elvis, di cosa conversavate?
Cynthia: Ti racconterò una piccola storia, anche se suppongo di averla già raccontata: durante le riprese del film stava cantando a me, eravamo a Big Bear e lui aveva dovuto cantare piuttosto vicino a me, ma ci eravamo dovuti fermare perché stava iniziando a piovere un po’, così ci fermammo e lui disse: “Cynthia”, e io risposi: “Sì”. Disse: “Sai, non so cosa sto facendo qui”. Chiesi: “Cosa intendi?” Mi rispose: “Dovrei piuttosto guidare un camion”. E questo mi fece venire i brividi. Ciò diceva molto di Elvis: quelle erano le sue radici. Era un ragazzo di campagna, semplice, non sempliciotto, ma semplice e dopo abbiamo chiacchierato. Non abbiamo approfondito l’argomento, ma me lo ricordo. Questa è l’unica cosa che ricordo che mi abbia mai detto. E mi piace. Pensavo fosse una buona cosa.
D: Hai fatto molte amicizie volatili? Cynthia: Oh, sì, sì.
D: Ricordi qualcosa sul suo senso dell’umorismo o cose diverse che avrebbe fatto sul set?
Cynthia: Beh, so che ha fatto molte battute, ma non ho visto nulla di tutto ciò. So che il regista era solito scherzare con me, e ad Elvis non so se gli piacesse o no. Il regista era solito scherzare con me riguardo al fatto che ero con Elvis la sera prima o qualcosa del genere e faceva battute davanti a tutti e io morivo dalla vergogna. E ricordo che Elvis disse: “È meglio che smetti”. Sai, era molto protettivo nei miei confronti. Poi chiamò il suo piccolo cucciolo maculato che c’era nel film. Così lo vidi forse in una luce diversa rispetto a come lo videro gli altri. Abbiamo tutti ricordi diversi e io mi ricordo che era molto protettivo nei miei confronti.
D: Cosa pensi ci sia di Elvis che lo rende così unico?
Cynthia: Che perdura ancora, è ancora presente. Penso perché era davvero una persona autentica. Era qui sulla Terra. Era gentile ed era generoso. Ho sentito molte storie su quanto sia stato generoso, cosa che penso abbia fatto perché era come voleva essere. Non doveva impressionare nessuno nel mondo dello spettacolo. Se ci sei stato abbastanza a lungo, ti renderesti conto che è una qualità rara da trovare, una qualità molto rara. E ricordo un aneddoto: ho due figliastri per così dire; uno di loro era in quarta elementare, quando dovetti andare nella sua classe a parlare. Ho dovuto dire che ho baciato Elvis. Quindi poi i ragazzini volevano sapere com’era stato il bacio. Erano piuttosto interessati e così andai avanti a raccontare per un po’. Non pensavo al momento che sarei stata seduta qui a parlarne con qualcuno. Sai, non ti rendi conto che lavori e ti diverti. Lui è ancora nella mia vita. E chiunque abbia lavorato con lui, penso che si senta allo stesso modo. Non ho mai sentito una cattiva parola su di lui.
D: Quindi Elvis in qualche modo ti ha salvato la vita?
Cynthia: Oh, assolutamente. Ho incontrato molte persone meravigliose grazie ad Elvis. Mi dispiace solamente non averlo mai visto in concerto. Non l’ho mai fatto e vorrei averlo fatto.
D: Dov’eri quando hai sentito che Elvis è passato a miglior vita?
Cynthia: Ero a San Francisco in una macchina. Ero con due amici, mio marito e mio figlio e siamo andati lì perché era il suo dodicesimo compleanno. L’ho sentito alla radio. Non sapevo che era malato. Ero scioccata. Era come quando sai di essere nato quando Kennedy è stato assassinato, è la stessa sensazione. Non lo dimentichi mai. Il nostro amico stava guidando, quando quasi si fermò. Voglio dire, eravamo in autostrada e non ci potevamo credere. Sono scoppiata a piangere. Ed è lì che ero. Ricordo che ero a San Francisco. Era stata una piccola vacanza.
D: Hai incontrato il colonnello Parker? Cynthia: Sì. Prossima domanda.
D: Hai dei ricordi?
Cynthia: No. Davvero no. Non lo conoscevo così bene. Priscilla, Lisa Marie e mio figlio avevano praticamente la stessa età e avevamo l’abitudine di andare al parco di Hollywood, penso fosse il parco di West Hollywood. E ora mio figlio dice: “Oh, vorrei che tu ti ricordassi di Priscilla” perché gli piacerebbe conoscere Lisa Marie. Qualche anno dopo aver lavorato al film, ci siamo incontrati al parco e abbiamo parlato un po’ ed è stata davvero l’ultima volta che ho avuto contatti con i Presley.
D: Quindi, dopo che il film è stato completato, hai seguito la carriera di Elvis?
Cynthia: Sì. Oh, decisamente, decisamente.
D: Ma non sei mai andata a salutarlo?
Cynthia: Io mai. Non l’ho mai fatto. Non l’ho mai visto in concerto. Certo, mi dispiace ma non posso cambiare le cose. Ma ho i miei ricordi privati e i film, le canzoni. Voglio dire, metto la stazione alla radio e lo sento tutto il tempo. Sai, a volte lo suonano al ristorante e io penso, “Sono l’unica persona qui che ha baciato Elvis”. Lo dico a chi è con me. Voglio dire, è davvero fantastico. È un onore. È qualcosa di reale.
D: Non hai mai lavorato con nessuno come lui prima? Cynthia: No. No.
D: È meraviglioso, Cynthia.

Traduzione a cura di Morgana Lupica