8 Novembre

“MY BOY (LA PIÙ INTENSA INTERPRETAZIONE IN STUDIO DEGLI ANNI 70?)” di Marco Lofino

Elvis Friends

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Ciao amici

Il nostro viaggio musicale e, come amo ripetere, animico passionale all’interno delle canzoni di Elvis ci porta al 1973, anno in cui questo gioiello di canzone, “My Boy” scritto dal compianto cantautore francese Claude Francois, venne registrato da Elvis agli Stax Studios di Memphis, per la precisione e gli amanti delle date il 13 dicembre del 1973.

In realtà Elvis iniziò a proporre il brano dal vivo a Las Vegas nella stagione estiva pochi mesi prima introducendolo come un nuovo pezzo in scaletta. Non vi so dire onestamente, e lo riconosco, per quale motivo sia avvenuto il processo inverso ma poco importa. Forse Elvis rimase talmente colpito dal brano che decise solo successivamente di inciderlo in studio.
La canzone in origine aveva il titolo “Parce que Je t’aime mon enfant” ed è una delle canzoni più struggenti forse mai scritte. Il testo in lingua francese, pur essendo in molti passaggi diverso da quello inglese, mantiene lo spirito triste ed il significato doloroso del messaggio al suo interno, quello di una famiglia spaccata, di una coppia divisa che non si ama più e del dolore nel dover comunicare e palesare tutto questo al proprio figlio.
Un tema cosi struggente, delle parole cosi toccanti non potevano che essere narrate in musica dal più grande “storyteller” in musica della storia dello spettacolo, il nostro eroe Elvis Presley.

Cominciamo il nostro viaggio strofa per strofa analizzando in maniera animica e passionale ogni sua sfaccettatura vocale

“You’re sleeping son I know, but really this can’t wait
I wanted to explain before it gets too late
For your mother and me, love has finally died
This is no happy home but God knows how I’ve tried”

“Stai dormendo figliolo lo so ma non si può più aspettare
Volevo solo dirti prima che sia troppo tardi
Che fra me e la mamma l’amore è finito per sempre
Questa non è una casa felice ma Dio sa che ci ho provato”

Elvis inizia subito a buttarsi anima e corpo dentro il pezzo utilizzando la consolidata abilità dei saliscendi vocali per arrivare, nei punti più toccanti, ad enfatizzare il messaggio, non a caso i primi due versi, cantanti con voce calda e ferma, introducono i successivi in cui sale di tono quasi ad urlare il tema portante del messaggio, la ragione per cui sveglia il suo figliolo, dichiarare il fallimento del proprio matrimonio e che comunque ha tentato in tutti i modi di tenere unita la famiglia, con Dio consapevole di questo fatto.

“Because you’re all I have my boy
You are my life, my pride, my joy
And if I stay, I stay because of you my boy”

“Perché sei tutto ciò che ho ragazzo mio
Sei la mia vita, il mio orgoglio, la mia gioia
E se resto, resto perché sei il mio ragazzo”

La potenza vocale di Elvis nel passaggio culmine del brano fa venire i brividi a chi scrive dall’ormai lontanissimo 1991, anno in cui l’ascoltai per la prima volta. Un tuono di passione e di dolore che lui esprime evidentemente immedesimandosi appieno, perché in quel periodo, il suo ragazzo era la sua adorata figlia Lisa Marie, e fresco di divorzio da Priscilla (due mesi prima della registrazione in studio, 9 ottobre 1973) nessuno può realmente sapere come potesse sentirsi Elvis dentro di sé.
Ascoltando questa canzone ci si può altresì facilmente arrivare, e lui donava tutto se stesso e tutto quello che aveva dentro in questo modo.

“I know it’s hard to understand, why did we ever start
We’re more like strangers now, each acting out a part
I have laughed, I have cried, I’ve lost every game
Taken all I can take but I’ll stay here just the same”

“So che è difficile capire e perché mai abbiamo cominciato
Ora che siamo più che estranei, recitando ciascuno una parte
Ho riso, ho pianto e ho perso ogni partita
Prendendo tutto ciò che potevo ma resterò comunque qui lo stesso”

Da anni, e avrò ascoltato “My Boy” penso 8374182 volte fra versioni live e in studio, quel modo in cui lui attacca con “I know” mi fa venire i brividi ancor oggi che scrivo ascoltandolo per riuscire ad unire il mio scritto alla sua interpretazione. Sembra quasi sospirare nel suo recitato, credetemi mi è difficile trovare le parole, cito un caro amico che mi disse anni fa che Elvis cantava pure quando parlava, ed in quel passaggio recitato è esattamente cosi, riprendendo poi la falsariga della strofa precedente, salendo con la voce potente e penetrante nelle due strofe successive, dando risalto al fatto che malgrado tutte le sconfitte sarebbe rimasto al fianco del suo amato figliolo.

“Because you’re all I have my boy
You are my life, my pride, my joy
And if I stay, I stay because of you my boy”

“Perché sei tutto ciò che ho ragazzo mio
Sei la mia vita, il mio orgoglio, la mia gioia
E se resto, resto perché sei il mio ragazzo”

E si arriva alla terza strofa, forse la più emozionante nel suo struggente dolore

“Sleep on, you haven’t heard a word, perhaps it’s just as well
Why spoil your little dreams, why put you through the hell
Life is no fairy tale, as one day you will know
But now you’re just a child, I’ll stay here and watch you grow”

“Continua a dormire, non hai sentito nemmeno una parola ma forse è meglio così
Perché rovinare i tuoi piccoli sogni, perché farti passare fra gli inferi

La vita non è una favola e un giorno lo saprai
Ma adesso sei solo un bambino e io resterò qui a vederti crescere”

“Sleep on” è un invocazione al piccolo affinché continui a dormire. Lo fa allo stesso modo con cui nella strofa precedente, appena analizzata, quando dice “I know”.
Elvis prosegue nel suo messaggio diretto avendo anche cura del riposo del bambino, racconta la storia di questo fallimento matrimoniale rendendo quasi l’idea che sia lui di fronte a questo bambino e nel non volergli disturbare il sonno, nel volerlo proteggere affinché i suoi sogni non possano essere rovinati, non può fare a meno di ammonirlo sul fatto che la vita non sarà rose e fiori quando crescerà, ma intanto resta con lui comunque per vederlo crescere.

Tutto questo, alla lettera, è già commovente di per sé. Nel ritornello finale Elvis aumenta ulteriormente la sua enfasi interpretativa raggiungendo livelli di pathos pazzeschi ed inavvicinabili.
Poco prima di scrivere ho avuto modo di risentire (non lo facevo da un po’) la versione originale di Claude Francois. E’ bellissima e magistralmente interpretata dal suo autore.
Ma Elvis Presley, perdonatemi se sono troppo di parte, è un’altra cosa, un altro livello, un altro mondo. Elvis Presley come sempre fa sua la canzone vivendola e facendola vivere a chi la ascolta. Elvis, come amo dire, è la quintessenza di un’emozione ed in “My Boy” lo è alla millesima potenza.
Ci sono delle versioni dal vivo, in particolare quelle della primavera del 1975 a Las Vegas, che sono qualcosa che va letteralmente oltre. Immagino il pubblico delle arene presenti, mi sovviene quella che si può ascoltare nel concerto del 6 maggio 1975 a Murfreesboro (FTD “Dixieland Rocks”), chissà i brividi che avranno provato gli spettatori, catturati dell’amore che Elvis donava loro perché l’uomo di Memphis non si è mai risparmiato per il suo pubblico.
Elvis che racconta una storia del genere in presa diretta, con la sua voce, davanti a migliaia di persone. Un’emozione che purtroppo non potrò mai vivere, ma mi posso accontentare (ed è un gran accontentarsi), come tanti altri, solo ascoltando i suoi nastri e guardando i suoi video. Un privilegio assoluto. Trovatemene uno migliore di lui se ci riuscite.


Viva Elvis sempre amici