16 Agosto

LA MAGIA DI ELVIS 33 ANNI DOPO…

Elvis Friends

No Comments

“LA MAGIA DI ELVIS 33 ANNI DOPO…”

di Marco Lofino

Oggi è il trentatreesimo anniversario dalla scomparsa di Elvis. Avrei voluto concepire un articolo più tecnico, inerente gli ultimi momenti della vita terrena del cantante, ma credo che tutto sia stato più o meno scritto e malgrado la ridda mai sopita di voci disparate sulle effettive cause della sua morte, molto meglio riflettere su altri aspetti che ci legano alla memoria eterna dell’artista Elvis.

Elvis ha lasciato un’eredità musicale senza precedenti. Nessuno come lui è riuscito ad essere così versatile dal punto di vista artistico. Elvis ha cantato tutto, di tutto, persino le canzoni per bambini, passando per il Gospel più solenne, il country, il blues e quant’altro. Oltre al Rock & Roll ovviamente. Per questo la definizione di Re del Rock gli sta stretta, molto stretta. A distanza di così tanti anni ancora oggi proliferano nel mondo artisti e band tributo che si rifanno a lui per emularne le gesta e per ricordarne a modo proprio l’incredibile bravura.
La carriera di Elvis di per sé è allo stesso modo unica, versatile e trasversale. Il boom iniziale, l’elettricità degli esordi al Louisiana Hayride per poi diventare isteria collettiva all’Ed Sullivan Show lasciò spazio all’Elvis degli anni sessanta, alle pellicole che alimentarono la popolarità dell’icona Presley più che dell’artista di per sé che non a caso, nel 1969, decise di tornare a fare quello che più gli riusciva meglio: cantare, preferibilmente su un palco, sentendo il calore del pubblico, del suo pubblico. Lo avrebbe fatto fino alla fine.
E’ questa incredibile versatilità, la capacità di Elvis di essere aggressivo, dolce, spirituale ed al tempo stesso anche sensuale che rende unico il mito di Elvis. Mettiamo insieme l’Elvis del 1968, o quello del 1956, o quello dell’Aloha del 1973. Tre personaggi che sembrerebbero lontani anni luce l’uno dall’altro eppure è sempre lui, nella sua unicità, nella sua incredibile grandezza.

Citavo all’inizio di questo mio contributo l’eredità musicale tramandataci da Elvis. E’ unica, immensa. Credo che anche coloro che non siano fan “accaniti” come noi restino affascinati dalla voce di Elvis in “It’s Now Or Never” o nelle struggenti noti di “Unchianed Melody”, per passare a “Suspicious Minds” o “Jailhouse Rock”. Quattro brani presi a caso da vari periodi della carriera di Elvis. Come pescare subito quattro assi nel mazzo. Magia presleiana. Basta ascoltare poche note della sua voce per capire e poter affermare “ E’ lui, è Elvis”.

Professionista maniacale fino all’ossesso nel suo lavoro in studio, Elvis , al di là delle indiscutibili qualità umane che tutti conosciamo, è l’esempio più fulgido dell’incredibile relazione e contatto fra artista ed i suoi fan. Il rapporto fra Elvis e il suo pubblico è inimitabile, eterno, unico. Elvis era pienamente consapevole di questa relazione, un sottile ma indistruttibile legame magico che gli permetteva di dare quel tocco in più in ogni sua interpretazione, specie in quelle dal vivo in cui questo contatto era diretto, fatto di abbracci, di ovazioni, di urla, di pianti, di sciarpe distribuite alle ragazze delle prime file. Insomma, una vera e propria storia d’amore. Anche in questo, assolutamente unico.
Si dice, come è normale e fisiologico che sia, che col passare del tempo possa andare scemando la passione per Elvis nel mondo, fra i fan e via discorrendo. Dando però un’occhiata ai social network ,sulla rete ma anche incontrando persone per caso, beh, sembrerebbe proprio il contrario, con proliferare di gruppi, fan club ed associazioni in ogni parte del mondo. Sembrerebbe addirittura che i fan aumentino, anche fra i più giovani. Incredibile, mistero e magia del mito di Elvis di cui è impossibile non essere ammaliati ed ammirati ancor oggi, a distanza di oltre trent’anni dalla sua scomparsa.