di Marco Lofino
Quarant’anni fa oggi Elvis Presley calcava per l’ultima volta le scene in un concerto alla Market Square Arena di Indianapolis, da qualche anno demolita come consuetudine avviene in USA per gli impianti non più al passo coi tempi dal punto di vista architettonico.…
E’ una ricorrenza importante quella odierna per gli appassionati perché comunque è l’ultima testimonianza che abbiamo dell’uomo Elvis nel suo lavoro, fare quello che prediligeva, cantare davanti ad un pubblico.
Tutti conoscono l’Elvis del 1977, si è scritto di tutto e non spetta a me aggiungere altro. Non ho sufficienti elementi per poter dire se il concerto di Indianapolis, come alcuni hanno affermato, è premonitore della fine che stava arrivando e per questo Elvis decise appositamente di cantare canzoni un po’ diverse dal solito (“I Can’t Stop Loving you”, fuori scaletta da tre anni, “Bridge Over Troubled Water”, “Release Me”). Credo altresì che vista la buona qualità dello spettacolo (se lo paragoniamo ad Omaha o solo a Madison due giorni prima il miglioramento è percepibile anche alle orecchie del fan meno esperto…), ritengo invece si tratti di una volontà di Elvis di tentare, anche in quelle condizioni di fare qualcosa di diverso, e soprattutto di fare quello che gli piaceva, in quel momento…
Lo show di Indianapolis è stato ascoltato in varie salse (ahimè tutte amatoriali) e visto in vari filmati, sempre non professionali, alcuni di qualità davvero buona. Sono le uniche testimonianze che ci restano del commiato di Elvis al suo pubblico. Una voce che è sempre quella, un Elvis un tantino più rilassato forse, con un suono diverso dato dalla batteria di Larrie Londin, che nelle ultime date di quel tour prese il posto di Ronnie Tutt, insieme al batterista delle Sweet Inspirations Jerome Monroe.
Non resta a tutti noi che sperare un giorno di poter ascoltare questo importante documento storico in qualità migliore. Da anni si vocifera che esista il nastro “soundboard”, direttamente registrato dall’ingegnere del suono, ma per ora nulla è emerso…
Aspettiamo fiduciosi e caliamo per ora il sipario ascoltandoci questo godibile concerto di un Elvis che malgrado tutto, anche in quelle precarie condizioni, sapeva come far emozionare il suo pubblico fedele ed innamorato sempre e comunque.